Neonati e ciucci, qualche piccolo consiglio

Neonati e ciucci, qualche piccolo consiglio

Ciuccio sì o ciuccio no?
Con la nascita di un bebè i neo genitori sono assaliti da mille dubbi e uno di questi è se dare il succhietto, meglio noto come ciuccio, al bambino oppure no. Le scuole di pensiero su questo argomento sono diverse: alcuni siti per bambini sostengono che può essere un oggetto utile, altri esperti del mondo dell'infanzia storcono il naso al solo sentir nominare la parola ciuccio. Ci si mettono persino le nonne e le vecchie zie con le loro raccomandazioni "State attenti, il ciuccio storce i denti" oppure "Non va bene, il ciuccio rovina la bocca", per non parlare del terribile monito apocalittico "Attenti a darglielo, che poi chi glielo toglie?". Facciamo un po' di chiarezza! Cominciamo con dire che su questa questione, come per tutte le cose, la moderazione è la strada migliore e basta un po' di buonsenso. Il ciuccio rassicura e calma il neonato oltre a prevenire la morte in culla durante il primo anno di vita del bebè, ma il suo utilizzo deve essere moderato, altrimenti rischia di diventare un’abitudine dannosa. Per alcune mamme la questione ciuccio non si pone nemmeno, ci sono infatti neonati che detestano il succhietto e finiscono letteralmente per sputarlo, non c'è proprio verso di farglielo andar bene. 


Come evitare che il ciuccio cada o si perda?
Fino ai sei mesi del bebè i pediatri raccomandano di sterilizzare i ciucci almeno una volta al giorno o, se è particolarmente sporco, dopo quest’età, basta passarlo sotto l’acqua. Tuttavia quando il ciuccio cade, quasi sempre nel momento e nel posto meno opportuno (ad esempio nei bagni pubblici o in metropolitana), è un bel fastidio per una mamma, che anche dopo averlo ripulito, rimane preoccupata dei germi con cui il bimbo può venire a contatto. Inoltre, nonostante la borsa di una mamma sia quanto più simile alla borsa di Mary Poppins, non è possibile portarsi sempre dietro ciucci sostitutivi per ogni evenienza. Se poi il piccolino è super affezionato e molto dipendente dal ciuccio, dimenticarselo durante un'uscita o addirittura perderlo è una vera tragedia. Per evitare tutti questi fastidi basta utilizzare un accessorio per bebè molto amato in Nord Europa, davvero utile ed esteticamente bello: il cordino reggi ciuccio. Al momento della scelta è importante optare per un cordino dotato di una robusta clip, di non facile rottura, in modo da fissarlo saldamente ai vestiti del bebè. Nel nostro negozio troverai diverse proposte pratiche e divertenti (Scopri la Collezione Cordini Reggiciuccio): cordini reggi ciuccio cuciti e dipinti a mano, in cotone Oeko-Tex STANDARD 100, dotati di simpatici animali di stoffa per stupire il tuo piccolino.


Come togliere il ciuccio al bambino?
I bambini crescono velocemente, troppo per noi mamme, e in un batti baleno è arrivato il momento di togliere il ciuccio al tuo piccolino. Dopo i tre anni, infatti, i pediatri sono irremovibili: il ciuccio va tolto. Nei paesi scandinavi è proprio il terzo compleanno a sancire il momento di separarsi dal ciuccio. Per un bambino il suo succhietto è un compagno, un oggetto di conforto e, se per se alcuni bimbi privarsene è un atto molto semplice, per altri è un momento difficile, da gestire con attenzione e delicatezza. Come deve procedere una mamma? In alcuni casi è sufficiente un po' di pazienza e alla fine si esce vittoriosi, in altri casi ha inizio un tira e molla molto sfiancante. Ci sono mamme che preferiscono progredire a piccoli passi, con gradualità, cominciando a disabituare il bambino dopo il primo anno (ad esempio lasciandogli il ciuccio solo per la nanna); c'è chi invece preferisce affidarsi ai vecchi rimedi usati dalle nostre nonne, come bagnare il ciuccio con un po' di aceto; altre mamme optano per un taglio netto, di botto: all'improvviso il ciuccio non c'è più, punto e basta (certo bisogna prepararsi a urla e pianti disperati del bimbo).

I genitori scandinavi hanno ideato un metodo divertente, pare anche che funzioni benissimo, per aiutare i bimbi a staccarsi dai loro succhietti: gli “Alberi dei ciucci”. E' stato durante un viaggio in Danimarca, visitando la zona est di Copenhagen, che ci siamo imbattuti per la prima volta in un “albero dei ciucci” (o suttetræet), non in uno qualsiasi, ma nel famoso albero dei succhietti che si trova nel parco di Frederiksberg (dove è situato lo zoo cittadino), guarda caso proprio in un luogo frequentato molto da bambini. Vedendo questo particolare albero si rimane davvero a bocca aperta! L'albero è ricoperto di scintillanti nastri, lettere e una miriade di succhietti colorati, appesi con cordini ai rami. Insieme ai loro ciucci i bambini appendono alle cordicelle anche dei messaggi firmati: c'è chi scrive a Babbo Natale, chi invece preferisce un semplice "Caro albero", non esiste una regola. Per impedire che qualche ramo dell'albero si spezzi con il peso (ebbene sì, i ciucci sono davvero tanti), ogni novembre, quando le piante devono preparasi per l'inverno, i giardinieri spogliano l'albero dei vecchi ciucci, preparandolo ad ospitarne di nuovi. Un giorno abbiamo assistito proprio al momento in cui una classe di bambini appendeva i loro ciucci all'albero, un appuntamento fisso per molti bambini danesi al compimento dei tre anni, data che di fatto, in Danimarca, sancisce l'ingresso alla scuola materna. L'"albero dei ciucci" è un vero e proprio rito di passaggio per i bambini. E' stato davvero bello osservare con quale fermezza e senza tentennamenti i bimbi si siano privati del loro dolce compagno, sostenuti dagli amichetti, per vederli poi allontanarsi sorridenti e compiaciuti. Questa usanza ci ha conquistato perchè permette al bambino di condividere un'emozione con i suoi amici, e gli insegna che non è solo in questo delicato momento. Non solo Copenhagen, il territorio danese è costellato di "alberi dei ciucci" creati nei giardini delle scuole: è davvero una tradizione molto sentita dagli abitanti. 


Non si solo in Danimarca, gli "alberi dei ciucci" hanno radici profonde in tutta la Scandinavia. Gli svedesi attribuiscono la nascita di questa tradizione ad una loro connazionale, la sessantasettenne Ulla Hjerling. La donna lavorava come maestra d'asilo nel villaggio di Floda quando ebbe l'idea di proporre a una delle sue scolare, per aiutarla a smettere di usarlo, di appendere il suo ciuccio ad un albero, come cerimonia d'addio. Decenni dopo, come per magia, l'idea si era diffusa in tutta la scandinavia, trasformandosi in un elemento di folklore per molte comunità. Ancora oggi Ulla riceve abitualmente lettere ed e-mail indirizzate all'”Albero dei Ciucci di Floda” e alla sua custode, contenenti ringraziamenti e succhietti da appendere. La donna, insieme al marito, si dedica alla cura dell'albero, raccoglie i ciucci caduti per le intemperie, li fornisce di nuove cordicelle e li rimette al loro posto. A chi le chiede perchè lo fa, Ulla risponde che “Per il bambino è molto importante avere un ciuccio da amare. Dovremmo prenderlo sul serio e rispettare i bambini per le piccole persone che sono. Non si può semplicemente gettare il succhietto nella spazzatura". Spesso il bosco di Floda è teatro di piccole cerimonie famigliari: genitori e nonni si ritrovano lì per un picnic a sostegno del piccolo, incoraggiandolo mentre appende il suo ciuccio all'albero. Ci sono addirittura adulti che vengono in pellegrinaggio a Floda, speranzosi di poter ritrovare il loro ciuccio o anche solo per mantenere un legame con la prima infanzia.


Un'altra stupenda tradizione ideata per togliere i succhietti ai bambini, è stata creata dagli abitanti di Stoccolma. Quando arriva il momento di abbandonare il ciuccio, i genitori portano i loro figli a Skansen, il museo all'aperto della città, a donare i loro amati ciucci ai gattini. Nella zona dello zoo riservata ai bimbi (Lill-Skansen), dove si possono vedere i cuccioli di animali, ci sono zone deputate a "depositi dei ciucci" dove i bimbi vanno a donare i loro amati ciucciotti ai gattini. La tradizione è nata almeno cinquant'anni fa', quando i bambini che si sporgevano per attirare l'attenzione dei micini, facevano inavvertitamente cadere i loro succhietti, che poi venivano raccolti dai custodi e dati ai gattini per giocarci. Si tratta di un tenero rito di passaggio della prima infanzia, amato da molte famiglie svedesi. Dopo ave spiegato al bambino cosa andranno a fare, mamma e papà accompagnano il loro piccolo a Skansen. Davanti a una miriade di succhietti abbandonati, al piccolo viene detto semplicemente "Avanti, adesso regala anche tu il tuo ciuccio ai micini e salutalo. Ormai sei un bambino grande, non ti serve più!". Grazie a questa tradizione, un'esperienza “negativa” si trasforma in un'esperienza bella in un modo creativo e divertente: il piccolo non sta semplicemente rinunciando al suo ciuccio, ma sta contribuendo alla gioia dei micini, insieme ad altri bambini.


Che ne pensi di queste bellissime usanze? Non sono dolcissime? Se hai figli dell'età giusta e sei a Copenhagen o a Stoccolma per un weekend in famiglia, approfitta dell'"Albero dei Ciucci" o dei gattini di Skansen per togliere il succhietto al tuo piccolino. Altrimenti che ne dici di provare a creare un albero dei ciucci nel tuo giardino? Se vivi in appartamento, puoi farlo nel cortile dei nonni o semplicemente usando un mini-alberello sul balcone. Magari puoi condividere l'esperienza con altre mamme. Un'altra idea carina sarebbe di andare in un gattile e regalare il ciuccio ad un dolce micino. Non mancare di scriverci per raccontarci se hai seguito i consigli delle mamme scandinave. 

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